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| Una cpu, il cuore dei nostri computer, composta da ben 48 processori assemblati in un singolo wafer di silicio, con una capacità da dieci a venti volte superiore alla attuale generazione ed in grado di consumare - al massimo delle sue potenzialità - solo 125 watt di energia. La cloud cpu, il processore nuvola, funziona, come suggerisce il nome, con la stessa logica dei network di calcolo distribuito che vengono oggi realizzati collegando in rete centinaia o migliaia di server. Alcune di queste caratteristiche saranno già disponibili nei nuovi processori da sei, otto, dieci core che il gigante dell’informatica immetterà sul mercato a partire dal 2010. Secondo i ricercatori, la moltiplicazione esponenziale dei core all’interno di un singolo chip, rappresenta, infatti, la premessa indispensabile per la progressiva miniaturizzazione di pc, portatili e server oltre ad aprire scenari fantascientifici nell’interfaccia tra uomo e macchina. Solo una enorme capacità di calcolo, sostenuta da ridotti consumi di energia, può rendere ad esempio possibile inviare imput ai computer solo con il pensiero, far fare passi da gigante alle intelligenze artificiali, assemblare robot ed androidi con percezioni sensoriali simili se non addirittura superiori a quelle umane. Con chip come questo, sottolinea Justin Rattner, capo dei laboratori di ricerca Intel si possono immaginare i datacenter del futuro che avranno una maggiore efficienza a fronte di spazi e costi ridotti. Si tratta di tecnologie oggi sperimentali, ma che nei prossimi anni saranno di uso comune nei dispositivi tradizionali come è avvenuto ad esempio nel settore automobilistico dove il controllo elettronico dei sistemi, dal motore ai freni, è presente oggi su quasi tutte le vetture in circolazione.
Da Neapolis
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